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MADAMA BUTTERFLY | L’opera a Haifa

Il capolavoro di Giacomo Puccini arriva a Haifa con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura.
Cantante ospite: il tenore italiano UGO TARQUINI.

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Madame Butterfly è un’opera in tre atti di Giacomo Puccini definita una ‘tragedia giapponese’ per l’ambientazione e i minuziosi riferimenti al mondo orientale. L’opera si basa sull’opera omonima del commediografo statunitense David Belasco, a sua volta ispirato da un racconto di John Luther Long e dal romanzo “Madame Chrysanthème” di Pierre Loti. La prima ebbe luogo il 17 febbraio 1904 presso il “Teatro della Scala” di Milano senza ottenere nessun successo: per questo motivo Puccini effettuò una revisione dell’opera eliminando alcuni numeri musicali trascurabili e modificando alcune scene.

Atto I

Su una collina presso Nagasaki, Goro, un sensale di matrimonio, mostra al tenente della marina americana Pinkerton la casa da questi acquistata (“per 999 anni”) per la sua convivenza con Cio-Cio-San, la giovane geisha che sposerà fra poco. Nozze combinate al prezzo di 100 yen e all’uso giapponese: e ciò pure per 999 anni, salvo possibilità di proscioglimento ogni mese. All’ufficiale, Goro presenta Suzuki, serva di Cio-Cio-San. Arriva Sharpless, console americano a Nagasaki, al quale Pinkerton confessa che egli ama godere i piaceri della vita senza preoccuparsi dei rischi e delle virtù altrui. Sharpless non condivide questi frivoli concetti e, pur brindando con l’amico, lo sconsiglia dal contrarre il matrimonio. In lontananza si odono le voci di Cio-Cio-San e delle sue compagne: la geisha che Pinkerton ha soprannominato “Butterfly” si presenta con un seguito di parenti e di amiche manifestando la sua felicità. Le nozze vengono celebrate da un commissario imperiale giapponese; i festeggiamenti, ad avvenuta cerimonia, sono però bruscamente interrotti dall’intervento di un vecchio zio bonzo il quale, rilevato che sposando un occidentale Cio-Cio-San ha rinnegato la religione degli avi, maledice la nipote. Il parentado sfolla impressionato dalle parole del bonzo che hanno fatto piangere la “piccola Butterfly”. Ma Pinkerton, intenerito, la consola e con affettuose espressioni la invita a godersi il fascino della notte stellata che s’avvicina. Il toccante duetto d’amore conclude l’atto.

Atto II

Nella sua casa Butterfly ascolta le preghiere di Suzuki e, sempre fiduciosa nel ritorno di Pinkerton, lontano da tre anni, cerca di tranquillizzare la dubitante serva immaginando l’arrivo dell’amato (“Un bel dì vedremo…”). Alla presenza di Sharpless, Goro introduce il ricco principe Yamadori che da tempo la desidera in sposa. Ma lei rifiuta sdegnosamente e congeda il pretendente. Il Console è imbarazzato in quanto deve leggere a Cio-Cio-San una lettera nella quale Pinkerton annuncia le sue nuove nozze con una donna americana. La lettura della lettera viene spesso interrotta da Butterfly, sempre convinta del ritorno dello sposo. Sharpless, impietosito, non sa decidersi a dirle chiaramente la verità. Quando prova a farlo, lei gli mostra il figlioletto biondo avuto da Pinkerton, con il quale sarebbe costretta ad andare a mendicare per le strade se il marito non dovesse ritornare mai più. E al bimbo si rivolge con un tenero canto. Un colpo di cannone, l’annuncio dell’approdo di una nave, fa sussultare Butterfly che immediatamente guarda con un cannocchiale verso il mare: è la nave di Pinkerton! Cio-Cio-San adorna la casa di fiori e si prepara a vegliare, mentre inizia “l’interludio notturno”.

Atto III

La notte è trascorsa in una vana attesa. L’alba sorge rosea. Suzuki convince Butterfly, affranta dalla stanchezza, ad andare a riposare con il bambino. Arriva Pinkerton, accompagnato dalla moglie Kate e da Sharpless, intenzionato a persuadere Cio-Cio-San ad affidargli il figlio. Ma quando apprende da Suzuki le sofferenze di Butterfly, il suo grande amore, la sua lunga fiduciosa attesa, manifesta il proprio rimorso (“Addio fiorito asil”) e fugge. Cio-Cio-San rientra credendo di trovare lo sposo ma vede, invece, la donna americana e intuisce la verità. Comprende di essere stata abbandonata e che cosa si vuole da lei. Alla richiesta di Kate di affidare il bimbo alle sue cure, risponde che lo consegnerà al padre se verrà a prenderlo. Rimasta sola prende una spada, ne bacia la lama e si prepara al suicidio. Al figlioletto dedica un ultimo addio (“Tu piccolo Iddio”); quindi gli benda gli occhi e dietro un paravento si infligge il colpo mortale. Dall’esterno giunge l’angosciata voce di Pinkerton che chiama “Butterfly! Butterfly!”. Quand’egli entra, con un ultimo gesto Cio-Cio-San gli indica il bambino e muore.

Per ulteriori informazioni e per acquistare i biglietti, si prega di seguire QUESTO LINK.

Lunedì, 15 luglio 2019, ore 20.00
Auditorium di Haifa
Shderot HaNassì 142 – Haifa

  • Organizzato da: Haifa Symphony Orchestra
  • In collaborazione con: Italian Cultural Institute in Haifa